
Avrebbero scaricato rifiuti speciali pericolosi, in prevalenza di natura edile, contenenti anche amianto, per una quantità complessiva accertata di 7.200 tonnellate, vicino ad aree agricole adiacenti al cantiere edificato per la realizzazione di uno dei tre lotti dell’opera denominata ‘Poligonale Esterna di Bari’, del valore complessivo di circa 22 milioni di euro. Sono le accuse nei confronti di due imprenditori del settore a carico dei quali è stata eseguita stamane dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico del capoluogo pugliese un’ordinanza cautelare che prevede il divieto temporaneo di esercitare attività di impresa o di ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche.
Il materiale veniva utilizzato per la costruzione del rilievo stradale. Le accuse sono di inquinamento ambientale, frode nelle pubbliche forniture e discarica abusiva. I militari, che hanno operato a Bari, Modugno e Andria, hanno eseguito la misura disposta dal gip del tribunale, su richiesta della Procura della Repubblica. Oltre ai provvedimenti cautelari personali, sono stati eseguiti anche alcuni sequestri. In particolare i sigilli sono stati apposti dal Noe a un’area della lunghezza di circa 800 metri su un totale dell’opera di circa 3.500 metri. L’operazione è stata denominata ‘La Retta Via’. L’arteria stradale in costruzione, il cui appaltatore è la Città Metropolitana di Bari, consentirà, una volta terminata, il collegamento diretto tra due importanti assi viari: la strada provinciale 92 Bitritto-Modugno e la strada provinciale 224 ‘delle Puglie’.