Le Asl pugliesi dovranno consegnare un report mensile sulle spese (effettuate e da effettuare) che sarà poi valutato dalla giunta regionale in modo tale da autorizzare investimenti sostenibili. E’ quanto stabilito nel corso della riunione di maggioranza in Regione, alla presenza del governatore Michele Emiliano e dell’assessore alla Sanità Rocco Palese. La decisione è stata presa a causa del “rosso” nei conti della sanità pugliese di circa 450 milioni di euro registrato nel 2022, per il quale la Regione ha comunque trovato una copertura che eviterà l’aumento delle tasse, grazie ad alcuni fondi dal bilancio autonomo. Nonostante questo “salvagente”, la questione ha inevitabilmente allarmato la Regione. Nel 2022, infatti, se il maggiore finanziamento dal fondo sanitario nazionale per la Puglia è stato di 260 milioni di euro, allo stesso tempo le Asl e la Regione hanno dovuto sopportare costi aggiuntivi pari a 710 milioni. Tra questi: 110 milioni di costi energetici, 50 milioni costi Covid non coperti da finanziamenti specifici, 105 milioni per il rinnovo del contratto collettivo nazionale, e 100 milioni per la stabilizzazione del personale impegnato nell’emergenza Covid. E poi ancora 85 milioni di incremento della spesa farmaceutica, in una regione che già in passato aveva sforato di molto il tetto massimo, 65 milioni incremento per la spesa socio sanitaria e territoriale, e 75 milioni di investimenti non coperti da finanziamenti in conto capitale. Secondo le stime della Regione Puglia ci sono stati costi per “fattori esogeni” pari a 425 milioni di euro, ma anche spese dovute a scostamenti rispetto alle previsioni pari a 255 milioni. Per questo motivo è partita corsa ai ripari individuando alcune misure per ridurre le spese. Tra queste l’obbligo per le Asl di chiedere autorizzazioni alla Regione per assunzioni e investimenti. Così la Regione aumenterà i controlli sulle spese per evitare sforamenti che possano intaccare i servizi sanitari dei cittadini.