Dovranno rispondere di falso in atto pubblico, peculato, detenzione e cessione di armi clandestine, aggravati dall’aver agito nell’esercizio delle funzioni istituzionalmente ricoperte, i poliziotti raggiunti da un avviso di conclusione delle indagini notificato dalla Procura di Lecce. Si tratta di sei componenti del nucleo artificieri della Questura di Bari accusati di aver consegnato all’ex giudice Giuseppe de Benedictis quattro delle oltre 200 armi e munizioni, anche da guerra, sequestrate due anni fa nel deposito sotterraneo di una villa di Andria e ritenute in gran parte proprietà del magistrato barese. De Benedictis si trova attualmente ai domiciliari per la condanna in primo grado a 12 anni e 8 mesi relativa alle accuse di traffico e detenzione di armi ed esplosivi e ricettazione. Stessa misura restrittiva era stata inflitta per un’altra condanna in primo grado, a 9 anni e 8 mesi, per quatto presunti episodi di corruzione in atti giudiziari relativi a tangenti ottenute in cambio di scarcerazioni. Per queste ultime accuse nei giorni scorso la Corte d’Appello di Lecce ha revocato gli arresti domiciliari. A incastrare i sei poliziotti ci sarebbero le dichiarazioni dell’ex giudice e il contenuto di intercettazioni ambientali e telefoniche. Stando agli accertamenti della squadra mobile di Bari, in tre diverse occasioni – tra il 2015 e il 2021 – i sei poliziotti avrebbero falsificato i verbali di rottamazione delle armi e relativa distruzione delle cartucce, dichiarando di aver reso mitragliette e pistole inutilizzabili, ma le avrebbero invece mantenute integre per poi cederle a De Benedictis.