È stata del 21,37% l’affluenza definitiva per i referendum abrogativi sulla giustizia registrata in Puglia. A Bari ha partecipato alla consultazione referendaria il 23,02% degli aventi diritto, nella provincia di Barletta – Andria – Trani il 28,82%, nel Brindisino il 9,87%, in provincia di Foggia il 12,18%, nel Leccese il 18,6% e nel Tarantino il 34%. Dove c’era il traino delle elezioni amministrative, inevitabilmente, c’è stata più affluenza come nel caso di Barletta e Canosa nella BAT o Taranto città nella provincia jonica. Ma non c’è stato solo aumento dell’affluenza bensì, nei comuni in cui si è votato anche per il sindaco, anche l’aumento esponenziale dei voti non validi e cioè di schede bianche e nulle. In Italia, infatti, si è sfiorato il 14% di schede non valide ma si sono sfiorate punte del 20% in città capoluogo come Barletta. In Puglia stessi numeri “eccezionali” in una città come Canosa che arriva anche al 25% di schede non valide. Per avere però un’idea dell’enormità di questo dato basti pensare che, nei comuni dove non si è votato anche per le amministrative, i voti non validi sono stati solo il 2,4%.

In caso di raggiungimento del quorum sarebbe stato un successo per i SI in Italia con la vittoria in tutti i cinque quesiti referendari. La Puglia, tuttavia, avrebbe fatto eccezione con un No vincente per il primo quesito e cioè quello sull’abolizione della legge Severino. Nella BAT e nel barese, andando nello specifico delle province, sarebbero stati due i No con anche il secondo quesito e cioè quello sulla limitazione delle misure cautelari, ad avere il diniego dei cittadini. Ampia maggioranza per i tre Si sulla separazione delle funzioni dei magistrati, giudicante e requirente, valutazione dell’operato dei magistrati votanti e riforma del Csm.