Ha ricevuto tre pugni sul volto ed è caduto a terra sbattendo con violenza la testa contro il marciapiede, al termine di una colluttazione nata per qualche sguardo di troppo. E’ morto così Paolo Caprio, bitontino di 40 anni, all’alba di domenica 5 settembre in una stazione di servizio di via Modugno a Bitonto. L’omicida, Fabio Giampalmo, 20 anni, anch’egli bitontino, si è presentato con il suo avvocato dai Carabinieri poche ore dopo la morte del 40enne confessando quanto accaduto.

Giampalmo, con qualche precedente per droga alle spalle, ha spiegato la sua versione dei fatti ai militari e al magistrato di turno. Il 20enne si trovava all’interno del bar della stazione di servizio con i suoi amici, intenti a giocare alle slot machine, mentre le rispettive mogli e compagne si trovavano all’esterno, sotto un gazebo. Caprio si sarebbe avvicinato più volte alle donne, sino a scambiare qualche parola con loro, compresa la compagna del 20enne che a quel punto, notata la conversazione, è uscito dal bar e lo ha raggiunto. Uno sguardo non gradito di troppo ed è cominciata la violenza passata rapidamente dalle parole alla colluttazione fisica. Tre pugni sul volto e Caprio è caduto a terra, battendo violentemente la testa. Il 20enne si è poi allontanato subito in auto, e ai militari ha riferito che non pensava che il 40enne sarebbe morto.

Giampalmo è stato sottoposto a fermo per omicidio volontario aggravato da futili motivi e, secondo il magistrato, dall’utilizzo di tecniche di combattimento specifiche. La confessione è riportata nel decreto di fermo notificato all’indagato, difeso dall’avvocato Nicola Capaldi.

Una vicenda che ha scosso l’intera comunità bitontina. Il Sindaco Michele Abbaticchio ha proclamato lutto cittadino nel giorno in cui verrà celebrato il funerale di Paolo Caprio. Il 40enne era un piccolo artigiano di Bitonto, lascia la moglie ed una figlia di soli 5 anni.