Davanti ai magistrati si sono difesi, spiegando di non aver saltato nessuna fila ma di essere stati chiamati regolarmente dalla Asl per ricevere la loro dose di siero anti Covid. Questo hanno raccontato 27 dei 54 indagati nell’inchiesta aperta dalla Procura di Bari sui presunti “furbetti dei vaccini”, interrogati ieri dal Procuratore facente funzione Roberto Rossi, dall’aggiunto Alessio Coccioli e dal pm che sta coordinando gli accertamenti dei Carabinieri del Nas, Baldo Pisani.

Ad essere coinvolti sono prevalentemente di dipendenti di studi medici della provincia di Bari o impiegati di aziende che hanno rapporti professionali con gli ospedali, che sono stati vaccinati come se fossero operatori sanitari. Ma tra gli iscritti nel registro degli indagati ci sono anche imprenditori e sindaci del barese.

Nei loro confronti vengono ipotizzati i reati di violazione del piano vaccinale nazionale che stabiliva l’ordine di priorità della categoria di cittadini da vaccinare, false dichiarazioni sulla identità, truffa aggravata ai danni del Sistema sanitario nazionale e falso ideologico. Con quelli di ieri, si concludono gli interrogatori nei confronti dei 54 indagati nell’ambito dell’inchiesta. I primi 27 erano già stati ascoltati il 30 aprile scorso.

Le indagini intanto vanno avanti: sotto la lente d’ingrandimento dei militari adesso è finita la seconda fase della campagna vaccinale, con particolare attenzione alle somministrazioni effettuate ai caregiver, familiari di persone anziane, malate e non autosufficienti. Molti di questi sono stati vaccinati, assieme ai loro congiunti, nel fine settimana di Pasqua. Il sospetto è che con la scusa del parente malato, intere famiglie siano state vaccinate senza averne il diritto.