Una perquisizione questa mattina è stata disposta dalla Procura di Bari all’interno dello studio legale dell’avvocato penalista barese Giancarlo Chiariello, in carcere da sabato per corruzione di atti giudiziari in concorso con il giudice del Tribunale di Bari Giuseppe De Benedictis. I due arrestati nell’ambito di una inchiesta della Dda di Lecce su presunte tangenti in cambio di scarcerazioni di pregiudicati baresi e foggiani, saranno sottoposti domani a interrogatorio di garanzia. La perquisizione disposta dalla magistratura barese, riguarderebbe verifiche fiscali collegate al denaro contante, circa 1,2 milioni di euro, sequestrati contestualmente agli arresti in casa del figlio dell’avvocato. L’indagine, nei prossimi giorni, si potrebbe allargare ulteriormente ed ha già provocato un vero e proprio terremoto nella giustizia barese. Nel frattempo emergono diversi altri particolari su come i due arrestati operavano pressioni affinchè vi fossero le scarcerazioni. Tra gli episodi descritti nell’ordinanza di custodia cautelare c’è, per esempio, l’abile pressione effettuata dal giudice barese De Benedictis nei confronti di un perito perché dichiarasse l’incompatibilità carceraria di un detenuto così da poterlo scarcerare.

Il detenuto è Antonio Ippedico di Foggia, difeso proprio da Chiariello e finito in carcere nel settembre 2020 nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Bari su una maxitruffa alla Regione. Il giudice “più volte esorta il perito – scrive il gip di Lecce – a dichiarare l’incompatibilità carceraria prospettando seri guai per il medico legale ove l’indagato dovesse morire in carcere” a causa del Covid. Secondo l’accusa il contenuto della perizia “veniva predeterminato dal giudice e di fatto dettato al perito”, dicendogli “questo devi scrivere”. Sulla base della nuova perizia, allora, il gip ha concesso a Ippedico gli arresti domiciliari il 31 marzo 2021 e, in cambio, il 9 aprile, avrebbe intascato una tangente di 5.500 euro consegnatagli dall’avvocato Chiariello, 110 banconote da 50 euro. Quel giorno è stato poi scoperto in flagranza dai carabinieri che indagavano su di lui.

Nel frattempo tanti sono gli appelli affinchè non si perda fiducia nella magistratura e nell’avvocatura. Ieri il Presidente della Regione Michele Emiliano ha voluto dedicare un pensiero nel giorno della Liberazione proprio a magistrati, avvocati e forze dell’ordine, che «tanto hanno fatto – spiega Emiliano – per consentire alla nostra Regione di liberarsi dal giogo mafioso e corruttivo, per correre, finalmente, verso una crescita economica e sociale che oggi è il nostro orgoglio». Anche l’Associazione Nazionale Magistrati di Bari ha commentato gli arresti spiegando che si tratta «di vicende ed eventuali responsabilità individuali che non coinvolgono le centinaia di magistrati ed avvocati che vivono la loro professione con onestà e sacrificio personale». L’ANM ha voluto poi ricordare che «il sistema della giustizia ha dimostrato e dimostrerà ancora di avere al suo stesso interno la capacità di intervenire»