Avrebbero ideato un complesso sistema per eludere il versamento dell’IVA che già nel periodo 2014-2015 avrebbe permesso di evadere oltre 15 milioni di imposte. Oggi, per i quattro imprenditori, sono invece arrivate le misure cautelari emesse del Tribunale di Bari ed eseguite dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, con l’accusa di bancarotta fraudolenta. I quattro sono amministratori di diritto e di fatto di una società a responsabilità limitata con sede a Bari ed operante nel settore della commercializzazione di energia elettrica. L’amministratore di fatto della società è stato posto agli arresti domiciliari, mentre nei confronti dei tre amministratori di diritto pro tempore è stata applicata la misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare imprese e uffici direttivi di persone giuridiche o imprese per la durata di un anno.

L’attività di indagine è stata avviata da una verifica fiscale condotta nel 2019 dai finanzieri di Bari nei confronti di una società a responsabilità limitata, già con sede a Modugno, operante nel settore del commercio di energia elettrica. Nel corso dell’attività ispettiva è stato accertato il coinvolgimento di questa azienda in una complessa frode in materia di I.V.A. per la fornitura di energia elettrica da parte di una società di diritto elvetico. In particolare, è stata appurata l’interposizione fittizia, tra le due società, di un terzo soggetto economico, con sede nel capoluogo pugliese, risultato essere una mera società cartiera. I successivi approfondimenti investigativi hanno permesso di accertare che, per evitare il versamento dell’IVA, la società svizzera ha ceduto l’energia elettrica solo formalmente all’impresa “cartiera” barese, ma – di fatto – direttamente alla s.r.l. oggetto della verifica fiscale, la quale ha successivamente commercializzato tale energia all’ingrosso e al dettaglio.

Per gli illeciti tributari accertati nel periodo 2014-2015, lo scorso 23 luglio, i Finanzieri hanno sottoposto a sequestro beni e disponibilità finanziarie della società coinvolte nella frode fiscale e degli amministratori, tra i quali gioielli, fabbricati e terreni ubicati a Roma ed in provincia di Bari, per un controvalore di circa 15 milioni di euro, pari all’imposta evasa.