Mancano solo i dettagli per il via libera alla nuova giunta regionale che affiancherà il rieletto presidente Michele Emiliano alla guida della Puglia per i prossimi cinque anni.

Per la chiusura del cerchio si attende che il Movimento 5 Stelle sciolga la riserva sul suo ingresso nell’esecutivo. Se Di Maio e Crimi dovessero dare il loro consenso, si verrebbe a formare il primo governo regionale giallorosso, con PD e 5 Stelle uno a fianco all’altro esattamente come accade a Roma per la maggioranza che sostiene il premier Conte.

L’assessorato ai pentastellati verrebbe assegnato con ogni probabilità alla consigliere regionale foggiana Rosa Barone (a cui andrebbe la delega all’Ambiente o all’Urbanistica). Non mancano le resistenze interne al Movimento, che sulla vicenda rischia di spaccarsi. L’ex candidata alla presidenza Antonella Laricchia è la prima a prendere le distanze da una simile ipotesi, che screditerebbe il lavoro di opposizione fatto in questi anni e la stessa campagna elettorale condotta contro Emiliano.

Per il resto della giunta molti tasselli sono già al loro posto: lo schema studiato da Emiliano prevede tre assessori donna e la presidenza del consiglio a Loredana Capone. Pierluigi Lopalco verrà confermato alla Sanità, Donato Pentassuglia all’Agricoltura. Per il Partito Democratico dovrebbe trovare spazio anche Raffaele Piemontese con delega al Bilancio. La lista “Con Emiliano” esprimerebbe oltre a Lopalco anche il leccese Alessandro Delli Noci allo Sviluppo Economico. I Popolari dovrebbero confermare sia Gianni Stea che Sebastiano Leo, già presenti nella passata giunta.

La provincia Bat, che esprime ben cinque consiglieri regionali di maggioranza, sarà rappresentata nell’esecutivo quasi certamente dalla tranese Debora Ciliento. Per l’assessorato alla Cultura si fa il nome dell’ex ministro Massimo Bray mentre vendoliani, verdi e socialisti – pur non presenti in consiglio – potrebbero ottenere la nomina dell’avvocato salentino Anna Grazia Maraschio. Chiedono visibilità in giunta anche le altre liste escluse dalla ripartizione dei seggi, come Senso Civico e Italia in Comune, ma al momento non ci sarebbe spazio per le loro richieste.