Da Foggia a Lecce sono 26 i pazienti Covid nelle rianimazioni, a fronte di 305 posti disponibili, ma il ministero della Salute e l’Istituto superiore della sanità inseriscono anche la Puglia tra le dieci regioni italiane considerate ad “alto rischio” per la tenuta delle terapie intensive. E’ quanto emerge dal monitoraggio effettuato nell’ultima settimana: nel prossimo mese la nostra regione è tra quelle che hanno una probabilità “da alta a massima” di superare la soglia del 30% delle terapie intensive occupate da pazienti Covid. Oggi sono stati registrati altri 313 casi positivi e 5 decessi, e l’indice Rt, quello che misura il livello di contagiosità, è sopra la soglia di allerta: 1,14 contro il limite di 1.
Ma il presidente Michele Emiliano è prudente nella lettura dei numeri: “Io – ha detto – non vedo il sistema sanitario in una situazione di difficoltà, è un po’ in affanno come è normale che sia perché sta giocando una partita che è come la finale di Coppa del mondo. Oggi in Puglia ci sono 345 ricoverati e solo 23 in terapia intensiva, abbiamo un problema legato alla gestione dei tamponi e la trasmissione delle informazioni conseguenti”. E annuncia: “In Puglia aumenteremo i drive-through e le persone, con criterio ovviamente, potranno decidere di andare a fare il tampone perché noi non siamo più in grado con il contact tracing, abbiamo più di cento richieste in sospeso. Questo non significa che dobbiamo andare tutti a fare il tampone, perché è un Lea e deve esserci una indicazione”. Intanto, la Procura di Bari ha avviato una inchiesta conoscitiva sul focolaio nella casa di riposo di Alberobello, dove si sono registrati 71 contagi e due anziani sono stati ricoverati.