Quattro mega-operazioni societarie illecite, con finalità distrattive e dissipative del valore economico di circa 93 milioni di euro, sarebbero state messe in atto dagli imprenditori Vito e Giacomo Fusillo con la complicità degli ex vertici della Banca Popolare di Bari, Marco e Gianluca Jacobini, nell’ambito del fallimento delle società Fimco e Maiora. Lo ha scoperto il Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Bari, tramite accurate analisi condotte sulla documentazione sequestrata nel luglio 2019 presso le sedi delle imprese coinvolte. Otto nel complesso le misure cautelari personali emesse su richiesta della Procura di Bari. Le accuse, a vario titolo, vanno dai reati di bancarotta concordataria e fallimentare aggravata, al riciclaggio ed autoriciclaggio, commessi nel periodo ricompreso tra il 2016 ed il 2019.

I militari hanno svolto anche analisi forensi sui computer e server aziendali, dalle quali sono emerse operazioni irregolari. Nello specifico, si tratta della cosiddetta “Operazione Kant”, relativa alla cessione di quote del capitale di due controllate della Maiora (Logistica Sud e Ambasciatori immobiliare) al fondo Kant con sede a Gibilterra; della “Operazione Trevi” relativa alla dismissione di un palazzo di pregio a Roma da parte della Fimco; della “Operazione Cni-Mcg”, relativa ad altre dismissioni della Maiora e della “Operazione Soiget”, che riguarda la dismissione della società titolare di prestigiosi alberghi quali La peschiera e il Melograno.

Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari personali, le Fiamme Gialle baresi stanno effettuando anche perquisizioni presso abitazioni ed uffici ubicati a Bari, Roma e Milano nella disponibilità di alcuni indagati.