La Guardia di Finanza di Bari ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Roberto Lovero, classe 90′, affiliato al clan Cipriano attivo nella città di Bitonto. L’ordinanza è l’epilogo di una articolata attività di indagine a carico dell’uomo per estorsione ai danni di un imprenditore edile del posto, in concorso con altre persone, aggravata dal metodo e dalle finalità mafiose, nonché dall’uso delle armi.

Nel 2014 il costruttore aveva ceduto il 50% delle quote di una Srl con sede a Bitonto all’altro suo socio, uno zio, pattuendo un prezzo complessivo di 1.250.000 euro. Lo stesso zio dopo avergli dato 135mila euro non ha corrisposto la parte restante della somma, per tale motivo l’imprenditore aveva più volte provato a rientrare in possesso del suo denaro, arrivando a denunciare il tutto alla Guardia di Finanza. A quel punto è stato convocato da Lovero, che gli ha intimato di ritirare la denuncia, ma davanti al suo rifiuto l’aveva minacciato impugnando ben due pistole, e ordinando a due complici di portarlo in cantina, legargli mani e piedi con due fascette, e dicendogli: «Tu di qua non esci vivo».

Si è scoperto, dunque, che i soldi investiti dallo zio dell’imprenditore erano riconducibili al clan Cipriano. Per salvarsi la vita, il costruttore ha promesso di ritirare la denuncia, tuttavia ha poi raccontato tutto ai finanzieri. Anche negli ultimi tempi l’imprenditore era stato oggetto di intimidazioni: erano stati lanciati proiettili contro la porta della sua abitazione, nel settembre e nel dicembre 2019.