Un caso di tubercolosi polmonare al Policlinico di Bari. Sono scattati i controlli per verificare se si tratta, come sembra, di un caso circoscritto.

Ad ammalarsi, un vigile urbano in servizio a Turi. Attualmente il dipendente comunale è ricoverato nel reparto malattie infettive e si trova in isolamento. Il dipartimento igiene e prevenzione Asl, come da protocollo, ha immediatamente proceduto a monitorare l’intero nucleo familiare del vigile, sposato con una turese, senza figli. Monitorati anche dipendenti comunali che hanno avuto contatti con il paziente nelle scorse settimane. A questo proposito, tre vigili del comando di polizia locale, composto da 11 persone compreso il comandante, dopo aver effettuato il test di «Mantoux», hanno manifestato una reazione cutanea positiva che testimonia di un avvenuto contatto con il bacillo della tubercolosi pur senza avere alcuna manifestazione clinica dell’infezione. Significa solo che vi è stato un contatto ma che il sistema immunitario ha immediatamente reagito producendo anticorpi ma restano in perfetta salute e sono al lavoro.

A diagnosticare il caso, il prof. Onofrio Resta, direttore del dipartimento di malattie respiratorie del Policlinico. Subito dopo la diagnosi, il paziente è stato trasferito nel reparto infettivi. A quanto pare, il caso si trascinerebbe da circa 8 mesi. Se così fosse, il contagio sarebbe avvenuto ancora prima. Molti in città ricordano che il vigile, in ragione della sua attività, ha avuto più contatti con diversi commercianti nel mercato settimanale, alcuni non italiani. Altri ricordano i frequenti contatti che il dipendente comunale ha avuto con i migranti giunti per la raccolta cerasicola. Ma si tratta solo di ipotesi e di indiscrezioni.

Sta di fatto che un bel giorno, anzi un brutto giorno, l’uomo accusa una strana tosse e subisce un eccessivo dimagrimento. La bilancia segna 15 chili in meno. Il bacillo aggredisce un polmone. Solo grazie all’intervento di Resta si si arriva a alla diagnosi immediata e definitiva. La Tac ha alimentato i sospetti. La broncoscopia fornisce la certezza: il vigile è stato colpito da una malattia tubercolare in stadio molto avanzato. Si tratterebbe di una forma aperta che avrebbe dato origine addirittura ad erosioni importanti del tessuto polmonare con tanto di lesioni e famigerate «caverne». Una forma altamente contagiosa che ha richiesto l’immediato ricovero e trattamento farmacologico in isolamento assoluto nel reparto di malattie infettive. Avere caverne tubercolari, infatti, significa emettere in modo inconsapevole germi dappertutto con l’espettorato e avere anche il rischio di un’emottisi, ossia la perdita di sangue con la tosse.

Immediatamente il povero vigile urbano viene ricoverato in codice rosso dove si trova tuttora in completo isolamento, riuscendo solo a dialogare con parenti e amici tramite i sistemi di messaggi con il telefono cellulare. Il dipartimento igiene e prevenzione della Asl ha immediatamente adottato le misure del caso, ponendo sotto tutela l’intera famiglia del vigile e l’intero comando di polizia locale. Il sindaco di Turi, Tina Resta, è stata contattata più volte al telefono da chi scrive per un commento sul caso, ma il suo telefono è rimasto muto.