Ai Carabinieri ha raccontato tutto. Durante il lungo interrogatorio, andato avanti quasi sino a notte, ha parlato delle continue richieste di soldi da parte della vittima che, negli ultimi tempi, si erano fatte sempre più pressanti. Sino a ieri pomeriggio, quando di fronte all’ennesima tentata estorsione, ha deciso di farsi giustizia da solo.

Questa la versione fornita agli inquirenti dall’autore dell’omicidio di Corrado Parisi, il 46enne, noto alle Forze dell’Ordine, ucciso con tre colpi di pistola, ieri pomeriggio, in un bar alla periferia di Molfetta. A sparare, il 43enne incensurato Sergio Farinola, proprietario del locale, il “New Meeting Cafè” di via Capotorti, nel rione San Domenico.

Il fatto è avvenuto quando erano da poco passate le 15. Non è ancora chiaro, al momento, a che titolo Parisi volesse denaro dal titolare della caffetteria: l’ipotesi più concreta è quella della pretesa di un risarcimento per i tanti soldi persi alle slot machines installate nel locale.

Esasperato, davanti all’ennesima richiesta di contanti, Farinola ha estratto una pistola (appartenuta, sembra, ad un suo parente scomparso e mai denunciata alle autorità). Dopo aver esploso un colpo in aria, a scopo intimidatorio, il barista ha puntato l’arma contro l’estorsore, facendo fuoco altre tre volte. La vittima, colpita al torace, è riuscita a malapena ad uscire dalla caffetteria, per poi accasciarsi a in strada. Trasportata d’urgenza presso l’ospedale “Don Tonino Bello”, è morta poco dopo il suo arrivo. Nel frattempo, l’assassino si è presentato in caserma in compagnia di un legale per costituirsi. Per tutta la sera, gli inquirenti, coordinati dal magistrato della Procura di Trani, Francesco Tosto, hanno esaminato la sua versione dei fatti, mentre i Carabinieri hanno eseguito i rilievi sul luogo della sparatoria e raccolto le immagini delle telecamere di sicurezza della zona. Si cercano ulteriori elementi che possano confermare il racconto del barista. Sembra che l’uomo avesse denunciato le richieste estorsive di Parisi solo 24 ore prima dell’omicidio, avvenuto in una data tristemente nota ai molfettesi: quella della morte di Gianni Carnicella, sindaco della città, ucciso a colpi di fucile, il 7 luglio di 27 anni fa, per aver negato l’autorizzazione ad un concerto nello stadio comunale.