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Banda imponeva il pizzo al “Liberta”: arrestate 7 giovani leve del clan Strisciuglio

A novembre l'incendio in un'agenzia di pompe funebri

A novembre l’incendio a un’agenzia di pompe funebri, la sera della vigilia di Natale i colpi di arma da fuoco contro un circolo ricreativo: nell’autunno caldo di Bari i giovanissimi membri di un gruppo vicino al clan Strisciuglio seminavano il terrore nel quartiere Libertà. A guidarli il diciannovenne Ivan Caldarola, figlio del boss Lorenzo (in carcere da anni) e fratello di Francesco, 26enne condannato a 14 anni per l’omicidio dell’albanese Florian Messuti, avvenuto il 29 agosto 2014. La madre di Ivan, Monica Laera, è invece indagata nell’ambito di un’altra inchiesta per lesioni personali e minacce aggravate dal metodo mafioso, per l’aggressione alla giornalista Rai Maria Grazia Mazzola, del 9 febbraio 2018.

Stando alla ricostruzione degli inquirenti, il giovane Caldarola sarebbe stato il capo di un gruppo formato da altre sei persone, che il 29 dicembre sono state sottoposte a fermo dalla polizia, su ordine della Direzione distrettuale antimafia. In carcere sono finiti anche Antonio Raggi detto “Tonio con gli occhiali” di 19 anni; Federico D’Addiego (19); Simona Morea (20); Giovanni Claudio Cassano (24) e Vito Lamanuzzi (22). Antonio Raggi detto “il biondo” (di 19 anni) è stato bloccato la mattina del 2 gennaio all’aeroporto di Bari mentre tornava da una vacanza a Sharm El Sheik.

I reati, contestati a vario titolo, sono tentata estorsione aggravata, porto e detenzione illegale di armi da fuoco. Il provvedimento di fermo è stato convalidato dal gip, che ha applicato a tutti e sette gli indagati la custodia cautelare in carcere. Le indagini della Squadra Mobile, guidata da Giacinto Profazio, sono scattate dopo l’incendio di una ditta di onoranze funebri nel quartiere Libertà, nel novembre scorso.

Il titolare – stando a quanto ricostruito – non si era piegato alla richiesta estorsiva, veicolata dal gruppo con tanto di minacce dirette. Per dimostrare la serietà delle intenzioni, Caldarola e i suoi complici avrebbero quindi organizzato il rogo. Qualche settimana dopo, una simile manifestazione di potere era stata indirizzata anche nei confronti di un circolo ricreativo dello stesso quartiere, nei confronti del quale – la sera del 24 dicembre – sono stati sparati numerosi colpi di arma da fuoco.

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