Costringevano le vittime a pagare somme di denaro per rientrare in possesso dei veicoli rubati e per questo sono finiti in manette. Per i reati di estorsione con il cosiddetto metodo del ‘cavallo di ritorno’, nei giorni scorsi, i carabinieri hanno arrestato un uomo di 50 anni originario di Casamassima ma residente a Cassano e due ragazzi di 25 anni, entrambi di Turi, uno dei quali figlio del 50enne.

I reati contestati al terzetto sarebbero avvenuti a Casamassima nei mese di ottobre e novembre del 2017. Nello specifico, dalle indagini emergevano due episodi. Il primo riguardante il furto di un’autovettura rubata a Casamassima, al cui proprietario veniva richiesta prima la somma di 6.500 euro e successivamente quella di 1.200 euro. Il secondo riguardante una moto di grossa cilindrata rubata sempre a Casamassima, il cui proprietario pagava la somma di 800 euro. In entrambi i casi, tra l’altro, i mezzi non venivano comunque restituiti.

Nell’indagine che ha portato all’arresto della banda, infine, è indagata anche una delle vittime. Si tratta del 37 anni di Casamassima proprietario del motore di grossa cilindrata a cui è contestato il reato di favoreggiamento personale: dopo aver pagato l’importo richiesto per rientrare in possesso del veicolo asportato, infatti, il ragazzo è stato sentito dai Carabinieri ma decideva di consegnare ai militari dichiarazioni mendaci, aiutando così gli estorsori a eludere le investigazioni.