Le vite che nascono sono destinate a finire, alcune però vivranno per sempre.

Le prime sono le nostre di uomini e donne comuni e mortali e di comuni mortali, le altre sono quelle dei miti. Vite eccentriche nel senso di vite vissute fuori dal centro, né sopra, né sotto la media, ma in altre dimensioni. Vite incatalogabili e straordinarie. Leggende che non hanno mai del tutto svelato la loro vera natura, creature mitologiche e trasformiste che la storia può raccontare solo a metà, il resto è mistero.
Come i supereroi, uomini dietro le maschere, che abitano tanto la parte illuminata della luna quanto la sua dark side. Sono questi i soci inconsapevoli del Club 27. Musicisti che hanno scritto la storia (della musica) e i cui nomi resteranno iscritti nella storia di quelle strane coincidenze, talmente strane da diventare maledizioni, nel pensiero comune. Perché morire inspiegabilmente, all’acme della propria carriera artistica, a 27 anni è incomprensibile e inaccettabile e pertanto è anche diabolico.
Brian Jones, Kurt Kobain, Janis Joplin, Jim Morrison, Jimi Hendrix, Jeff Buckley sono solo alcuni dei nomi dei soci di questo club. La lista è in continuo aggiornamento e se il primo, probabilmente, ad inaugurare il Club fu Alexander Levy, compositore brasiliano, morto misteriosamente nel 1892, due mesi dopo il suo ventisettesimo compleanno, l’ultima in ordine di tempo è stata Amy Winehouse, morta nel 2011. Delle leggende non si hanno mai chiari inizio e fine, né tantomeno le ragioni di certi sviluppi nel mentre, per questo sono leggende.
Eppure adesso c’è un luogo dove è possibile incontrarle tutte assieme. Un locale esclusivo, un club appunto, fermo in un loop temporale senza lancette e in una dimensione onirica disegnata dalla proiezione dei desideri impossibili di un fanatico barman-dj che mixa tanto la musica, quanto acque e polveri che sono reliquie dalle scene dei crimini, per creare un cocktail super alcolico e super allucinogeno e vedere da vicino cosa significa essere un supereroe, magari just for one day.
La scena è quella dello spettacolo Club 27 di Nasca Teatri di Terra, Tra il dire e il fare/Compagnia La Luna nel letto. Un’idea dell’attore Ippolito Chiarello affidata alla regia sorprendente di Michelangelo Campanale. E quale miglior escamotage se non quello dello spettacolo dal vivo, per riportare in vita i miti della musica, rockstar, stelle già esplose il cui bagliore noi riusciamo a percepire ancora a distanza di molto tempo?
È lo stesso Ippolito Chiarello a indossare i panni di questo stregone dai toni rock, che si destreggia in scena tra alambicchi, bottiglie, preziosi contenitori e inconfondibili tracce musicali. Speaker di una radio allucinogena, l’unica in grado di trasmettere senza frequenze nel qui e ora del tempo inafferrabile del teatro, Chiarello sceglie con cura la miglior selezione di cocktail di storie, aneddoti e soprattutto di sound immortali, originali e indimenticabili, come i loro pionieristici artisti e autori, e li offre ai suoi ospiti-spettatori.

I miti del Club 27, per una sera e per poco più di un’ora, rivivono nel medium del corpo dell’attore in scena, attraverso le parole dei testi di Francesco Niccolini e con le luci psichedeliche e ‘parlanti’ di Michelangelo Volpe. E noi spettatori li vediamo, proprio lì, mentre si raccontano e raccontano le loro vite vissute a metà ma intensamente. Perché it’s better to burn out than to fade away, è meglio bruciare subito che spegnersi lentamente, come le stelle. E non riusciremo a distogliere lo sguardo e rimarremo a guardarle anche quando avranno smesso di bruciare, perché continueranno a brillare e ad esplodere, come la loro musica e a vivere per sempre, come i supereroi.
In Club27, teatro, musica, e luci si riflettono, si riconoscono e lavorano in armonia, sfruttando la loro peculiare capacità di evocare immagini senza mostrarle. Lo spettatore, guidato dall’attore in scena, ‘vede’ eccezionalmente la radio a teatro. Coinvolto in un trip in forma di spettacolo, è pertanto chiamato attivatamene a completare il disegno del racconto. Alla fine del viaggio si ritroverà piacevolmente drogato di suoni, luci e di emozioni, ma non assuefatto. Sonorità come quelle della chitarra di Jimi Hendrix o della voce di Janis Joplin creano dipendenza e non bastano mai. Come la bellezza, anche quando dannata.
Lo spettacolo Club 27 si inserisce a pieno titolo nel progetto artistico Heroes a cura della cooperativa teatrale Crest di Taranto e dell’associazione culturale Tra il dire e il fare di Ruvo di Puglia. Un progetto triennale per riflettere attivamente, tra passato e presente, sul significato di eroi e su cosa vuol dire essere eroi del contemporaneo.
Club 27, inoltre, ha inaugurato sabato 4 novembre, in anteprima regionale presso il Teatro Comunale di Ruvo, l’iniziativa EXIT – RASSEGNA DI TEATRO + CINEMA FUORI DI TESTA.
La compagnia Charlie Calamaro Avan Project, in collaborazione con l’Ass. La Mancha di Ruvo di Puglia presenteranno, fino a dicembre, otto appuntamenti tra cinema e teatro, davvero originali, con una forte connotazione rock e una drammaturgia contemporanea a tratti fuori di testa.