Inaugurato a Bari l’anno accademico 2016/2017 dell’Università di Bari “Aldo Moro”. La cerimonia alla vigilia dell’inizio del G7 delle Finanze, un momento importante per il Mezzogiorno ed in particolare per la Città di Bari come ha ricordato lo stesso rettore Felice Uricchio accogliendo il Ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan.

Europa, inclusione sociale, valorizzazione del capitale umano come condizione essenziale per lo sviluppo e la crescita i tanti temi trattati nella Lectio Magistralis dal titolo ‘L’Europa inclusiva: il ruolo del capitale umano”. Il Ministro Pier Carlo Padoan ha scelto l’Università di Bari per rilanciare l’idea che sia proprio «l’Europa a rovesciare la tendenza all’Euroscetticismo alimentata – ha ricordato Padoan – da una prolungata fase di disagio sociale e di disoccupazione elevata, soprattutto giovanile». Continuare lungo la strada dell’integrazione europea attraverso un più incisivo connotato di inclusione sociale dando nuova priorità alla questione dell’occupazione e alla qualità del capitale umano. Il Mezzogiorno deve poter contare sul proprio capitale umano e sul meccanismo con cui viene prodotto.

Lo stesso Padoan ha poi ricordato come l’immigrazione è una sfida ma anche una opportunità e che l’accoglienza italiana produce un bene pubblico per l’Unione Europea. Il ministro ha poi ricordato come nell’agenda del G7 delle finanze ci sia proprio il tema della sicurezza economica. Si discuterà in pratica di come bloccare le risorse che vanno ai mercanti di morte. Poi Pier Carlo Padoan si è concentrato sulle priorità della presidenza italiana del G7 partendo dal tema della disuguaglianza. «E’ necessario – ha ribadito il Ministro – costruire le basi di una fiducia rinnovata. I governi devono adottare politiche finalizzate a rispondere all’aspettativa dei cittadini di migliorare le proprie condizioni di vita. Per rispondere a questa esigenza – ha concluso Padoan – abbiamo proposto un programma su tre pilastri: la tutela dei cittadini; la sostenibilità economica, ambientale e sociale e riduzione delle disuguaglianze; e innovazione, competenze e lavoro nell’era della Nuova Rivoluzione della Produzione».