La Gazzetta del Mezzogiorno, a partire da mercoledì 16 gennaio, mancherà dalle edicole per tre giorni per uno sciopero indetto dai giornalisti nell’ambito di un pacchetto di 10 giornate di sciopero decise dall’assemblea di redazione e una delle quali si è svolta già lo scorso 7 gennaio. Lo sciopero riguarderà anche l’informazione online. Il giornale, dunque, tornerà in edicola il 19 gennaio.

Oltre al mancato pagamento degli stipendi da due mesi – i giornalisti che hanno percepito appena il 40% della retribuzione di novembre, ma non la tredicesima e lo stipendio di dicembre – contestano il silenzio assordante dei due amministratori giudiziari nominati dal tribunale di Catania che continuano a non rispondere alle istanze dei giornalisti e la cui la cui “azione sembra stridere con la finalità della norma e le stesse aspettative dei magistrati”. I giornalisti avevano scritto anche una lettera al Presidente della Repubblica, Mattarella.

Al fianco dei giornalisti si schierano la Federazione nazionale della Stampa italiana e le Associazioni regionali di Stampa di Puglia e di Basilicata. “Non solo il Tribunale di Catania non sta ottemperando alle prescrizioni di legge in materia di retribuzione dei lavoratori, ma gli amministratori giudiziari appaiono totalmente incuranti della qualità del prodotto da mandare in edicola e delle relazioni sindacali con i giornalisti, visto che hanno inspiegabilmente lasciato la gestione dell’azienda nelle mani del direttore generale che l’ha governata in questi anni portandola al disastro economico-finanziario cui dicono di voler rimediare”.

Il sindacato dei giornalisti chiede che sia fatta chiarezza una volta per tutte sulla situazione del giornale e auspica una svolta dalla riunione convocata presso la Task Force della Regione il prossimo 22 gennaio. “Oltre ad assicurare la continuità aziendale e la qualità dell’informazione da parte del principale giornale di Puglia e Basilicata, è dovere da parte dei rappresentanti di un organismo dello Stato rispettare i diritti dei giornalisti, il cui senso di responsabilità ha consentito sinora al giornale di essere in edicola nonostante questi diritti siano stati quotidianamente calpestati da chi è chiamato a governare l’azienda”.