Giustizia Puglia aula tribunale

Il boss del clan mafioso Di Cosola di Bari, Antonio Battista, non premeditò l’agguato nel quale, per errore, fu ucciso Giuseppe Mizzi, il 38enne vittima innocente di mafia, ferito a morte il 16 marzo 2011 a pochi passi dalla sua abitazione nel centro del rione Carbonara di Bari. Lo ha stabilito la Corte di assise di appello di Bari che ha ridotto dall’ergastolo a 20 anni di reclusione la pena inflitta nei confronti di Battista, ritenuto il mandante dell’omicidio.

Stando all’ipotesi accusatoria, sostenuta dal pm della Dda Federico Perrone Capano che ha chiesto di essere applicato anche al processo di secondo grado, il boss ordinò ai suoi di rispondere ad un agguato subito uccidendo un uomo, “il primo che trovate”, del clan rivale Strisciuglio e quella sera, per errore, Emanuele Fiorentino e Edoardo Bove, spararono a Mizzi scambiandolo per uno spacciatore. I due esecutori materiali sono già stati condannati con sentenza ormai definitiva rispettivamente a 20 anni e a 13 anni e 4 mesi di reclusione.