Nelle scorse ore i Carabinieri di Monopoli hanno notificano ad un barista tarantino 56enne un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il tentato omicidio nei confronti del genero 33enne, avvenuto il 5 luglio scorso a Locorotondo. Dopo due settimane di indagini serrate, quindi, i militari sono riusciti a ricostruire l’esatta dinamica dei fatti.

Il 56enne, molto conosciuto a Taranto, subito dopo pranzo, si era recato a Locorotondo alla ricerca del genero, 33enne, anch’egli tarantino e incensurato. Quest’ultimo da pochi giorni aveva iniziato a lavorare presso il caseificio dello zio, un punto vendita di salumi e formaggi del centro storico. I due provarono ad avere l’ennesimo chiarimento su fatti che da tempo avevano logorato i rapporti all’interno della famiglia. La discussione, però, durò poche battute e degenerò in insulti reciproci: “ci hai rovinato, sei un uomo morto”, urlò il 56enne, che estrasse da un marsupio una pistola calibro 22 e fece fuoco da distanza ravvicinata. Esplose almeno 5 colpi dei quali 3 colpirono il giovane alle gambe al gluteo e all’anca. La vittima riuscì comunque a trovare riparo dentro il caseificio, mentre fra le vie limitrofe si scatenò un fuggi fuggi dei passanti.

Il 56enne, quindi, risalì a bordo della sua autovettura e si diede alla fuga. Alla fine, non senza difficoltà, veniva localizzato nel quartiere Paolo VI di Taranto dove, dopo aver abbandonato l’autovettura, si aggirava a piedi. Vistosi circondato da un massiccio dispiegamento di forze non oppose resistenza e venne sottoposto a fermo di indiziato di delitto per tentato omicidio, porto di arma comune da sparo e ricettazione, con il GIP che, convalidando immediatamente l’arresto, ne dispose la custodia cautelare in carcere.

Sono ancora in corso indagini da parte dei Carabinieri per recuperare l’arma, della quale l’attentatore si è liberato subito dopo aver fatto fuoco. Stabili invece le condizioni del ragazzo ferito, ancora ricoverato presso l’ospedale Valle d’Itria di Martina Franca: a breve si sottoporrà a un delicato intervento chirurgico. Le pallottole esplose contro di lui, infatti, gli perforarono l’intestino.