Confermata la penalizzazione di 2 punti, domenica 3 giugno si gioca in Veneto. Dopo la condanna in primo grado, la corte federale d’appello respinge il ricorso del Bari calcio, riconoscendo il ritardo da parte nel pagamento delle ritenute Irpef e dei contributi Inps relativi al bimestre gennaio-febbraio 2018.

La squadra biancorossa perde quindi due lunghezze rispetto a quanto ottenuto sul campo e scivola così al settimo posto in classifica: il primo turno playoff sarà Cittadella-Bari allo stadio Tombolato, con la squadra di casa che potrà vincere o pareggiare per passare in semifinale. Anche per il presidente del club, Cosmo Giancaspro, vengono confermati i tre mesi di inibizione per aver depositato una “dichiarazione non veritiera” sull’effettivo versamento degli emolumenti.

Il ricorso dei legali guidati dall’avvocato Mattia Grassani non è andato a segno, nonostante la presentazione degli F24, con tanto di quietanza di pagamento, con cui sarebbero stati pagati i contributi e le imposte il 16 marzo scorso, giorno limite secondo il codice di giustizia sportiva. I giudici di primo grado avevano sottolineato come, secondo il saldo contabile ricevuto direttamente dalla procura della Repubblica di Bari (che sta indagando da mesi sulla società), non ci fossero fondi sufficienti.

Nessuna traccia, invece, di un fido bancario concesso dalla banca popolare di Bari che, secondo la difesa, avrebbe coperto la momentanea assenza di denaro. Il flusso di cassa sarebbe partito dalla banca solo il 6 aprile, si legge sempre nella sentenza dello scorso 25 maggio “dopo aver ricevuto in pari data la provvista necessaria ad effettuare i pagamenti (si evidenziano, a tal proposito, due bonifici ed un giroconto per un importo complessivo pari a € 1.148.000)”.