È stata riportata in Italia, a seguito di un mandato di estradizione, una cittadina rumena coinvolta nell’operazione Shefi che, il 14 marzo scorso, portò all’arresto di 43 persone da parte della Direzione Investigativa Antimafia di Bari.
La donna è destinataria di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale del capoluogo, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, perché ritenuta responsabile del reato di traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
L’arresto è stato eseguito dal personale della DIA, dalla Polizia di Frontiera Aerea e dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale – Servizio per la Cooperazione Internazionale.
Il blitz del mese scorso, pose fine ad un vasto giro d’affari (da decine di milioni di euro) tenuto in piedi da due diverse organizzazioni criminali (composte da italiani, rumeni ed albanesi) che gestivano il traffico di stupefacenti tra la Puglia e l’Albania.
La droga viaggiava a bordo di potenti scafi, in grado di trasportare tonnellate di cocaina, hashish e marijuana, poi smerciate nelle piazze di spaccio del sud e del centro Italia.
Dall’indagine, avviata nel 2016, sono emersi anche i legami esistenti tra le due organizzazioni ed alcuni esponenti della criminalità pugliese (ai quali erano affidati compiti logistici) ed albanese (deputati invece alla produzione, al confezionamento e allo smistamento della droga).
Nell’operazione vennero impegnati circa duecento uomini delle Forze dell’Ordine, che riuscirono a sequestrare complessivamente quasi due tonnellate e mezzo di stupefacenti.
A seguito del provvedimento di estradizione, la cittadina rumena è stata messa su un volo per l’Italia, partito da Bucarest ed atterrato all’aeroporto romano di Fiumicino: da qui, è stata condotta direttamente in carcere.