Il Tribunale di Bari ha condannato alla pena di 3 anni e 3 mesi di reclusione un 52enne di Gravina in Puglia, Michele Cassano, accusato di usura e tentata estorsione aggravata ai danni di un artigiano. A darne notizia è la Fai, Associazione antiracket regionale di Molfetta, che ha sostenuto la vittima nella denuncia e si è poi, tramite l’avvocato Luca Gagliardi, costituita parte civile nel processo, ottenendo il risarcimento danni. La vittima, un fabbro di Gravina, si sarebbe rivolto all’uomo circa un anno fa chiedendo un prestito di circa 7mila euro a causa di difficoltà economiche in cui versava la sua attività.

In cambio, il presunto usuraio avrebbe preteso la restituzione del denaro con un tasso di intesse del 121,67 per cento, oltre a lavori edili e di manutenzione di infissi e arredi per la casa di un familiare. Le indagini dei Carabinieri, che portarono anche all’arresto dell’imputato (attualmente detenuto ai domiciliari), hanno consentito di trovare a casa del presunto usuraio un’agendina sulla quale erano riportate le somme richieste, a conferma di quanto denunciato dalla vittima. Per ottenere la restituzione delle somme date in prestito, l’imputato avrebbe in più occasioni minacciato l’artigiano sia verbalmente sia attraverso aggressioni fisiche.