Un giro di fatture false da capogiro, un meccanismo congegnato per occultare profitti per 18 milioni di euro. L’affare per un gruppo di imprenditori e di un commercialista di Triggiano, è finito all’alba di mercoledì 18 ottobre per mano della procura di Bari che ha fatto eseguire alla guardia di finanza nove ordinanze di misura cautelare.

Nella rete delle indagini sono finiti Giuseppe e Domenico Cardone della Stimac srl, Costantino Cardone amministratore della Miti srl, Mario Melacarne e Arcangelo Cellamare della Phone Global Service, Lorenzo Gentile della ‘Service and consulting’, Vincenzo De Guglielmo della Degu Service, Domenico Grossi titolare della ‘Dg Costruzioni’. Tra i destinatari anche il commercialista Giovanni Antonio D’Elia di Triggiano.

Tutti sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata all’emissione di fatture per operazioni inesistenti, alla dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, alla dichiarazione infedele e all’omessa dichiarazione ai fini delle imposte dirette e dell’Iva, all’occultamento e alla distruzione di documenti contabili e il delitto di simulazione di reato.

Il profitto dell’attività illecita realizzato è stimato in oltre 18 milioni di euro. Nel corso dell’operazione è stato sequestrato denaro nei confronti di Stimac e Phone Global Service. Nelle altre aziende si è provveduto a sequestrare beni per gli importi imputati come attività illecita. Le indagini, iniziate alla fine del 2015, si sono sviluppate attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, pedinamenti, appostamenti, accertamenti di natura finanziaria e patrimoniale e hanno consentito di smascherare il cartello di imprenditori e professionisti che, attraverso imprese ‘cartiere’ riconducibili a prestanome, hanno impostato un sistema di false fatturazioni, per un ammontare complessivo di oltre 107 milioni di euro.