Si è svolta giovedì 7 settembre, in tutta Italia, la seconda Giornata Nazionale RSU e Delegati della Cisl Scuola. Tante le iniziative territoriali che hanno avuto come protagonista la “prima linea” dell’organizzazione e cioè gli eletti Cisl nelle Rappresentanze Sindacali Unitarie e i delegati di base presenti in ogni scuola. La segretaria generale Maddalena Gissi ha scelto Bari quale tappa principale del suo tour e per testimoniare presenza e vicinanza ai problemi che la scuola e non solo, affrontano quotidianamente.

«Puntiamo a rafforzare e valorizzare la presenza sindacale sui luoghi di lavoro – afferma la segretaria generale della Cisl Scuola – e contiamo di farlo prima di tutto riconsegnando alla contrattazione di istituto, col prossimo contratto, tutte le materie che investono a quel livello la gestione del rapporto di lavoro. Sbaglia chi la considera una semplice pretesa di contare di più, una sorta di invadenza sindacale inutile e dannosa: la contrattazione è al contrario uno dei fattori importanti che possono contribuire al buon governo di una scuola, all’efficacia e alla qualità del servizio che rende alla società. Ci muoviamo in piena coerenza con la nostra idea di scuola come comunità educativa – prosegue la Gissi – che esalta i diversi apporti professionali in una logica di condivisione e responsabilità. Può avere riflessi molto positivi anche nella scuola una ripresa del dialogo sociale che sarebbe quanto mai auspicabile per rafforzare gli elementi di coesione indispensabili alla vita del Paese».

L’incontro con i rappresentanti sindacali di base è servito anche a confrontarsi a tutto campo, dalle questioni legate al rinnovo del contratto a quelle che in questi giorni trovano largo spazio sugli organi di informazione, come quasi sempre accade in occasione dell’avvio delle attività scolastiche.

«Il rischio è che sia un’attenzione effimera – dice la leader della Cisl Scuola – mentre si tratta di questioni su cui vanno avviati percorsi molto seri e impegnativi di analisi, riflessione e progettazione. Su temi come l’obbligo scolastico, il tempo scuola e la durata dei cicli non si improvvisa, esperienze recenti e meno recenti di produzione normativa forse un po’ troppo disinvolta dovrebbero avercelo insegnato. Senza dimenticare che su un bene comune come la scuola andrebbe ricercato sempre il massimo possibile di condivisione e consenso».