A quasi due anni dall’esplosione nella fabbrica di fuochi pirotecnici Bruscella di Modugno in cui morirono 10 persone, la Procura di Bari ha dissequestrato l’area dove sorgeva la fabbrica, ormai soltanto un cumulo di macerie. Dopo la chiusura delle indagini e degli accertamenti tecnici con la bonifica dell’area per verificare l’eventuale presenza di altro materiale inesploso, i Carabinieri di Modugno, su disposizione della magistratura barese che indaga sul disastro, hanno restituito la fabbrica alla famiglia Bruscella.

L’esplosione avvenne il 24 luglio 2015, probabilmente causata dalla presenza di troppa polvere da sparo, dalla poca distanza tra i fabbricati contenenti materiali esplodenti e dall’utilizzo di attrezzature inadeguate. Nel fascicolo d’inchiesta coordinato dai pm Grazia Errede e Domenico Minardi, risulta indagato l’unico titolare dell’azienda sopravvissuto all’esplosione, Antonio Bruscella, accusato di omicidio colposo plurimo e disastro colposo. L’esplosione causò la morte di suo fratello Vincenzo e del nipote Michele, del cognato Vincenzo Armenise, del cugino Michele Pellicani, dello studente 20enne di Napoli Riccardo Postiglione, che era lì quel giorno perché stava lavorando ad un sistema elettronico di fuochi musicali, degli amici e collaboratori Giuseppe Pellegrino e Vincenzo Di Chirico e degli operai Banga Harbaajan, Nigah Kumar e Merja Saimir.