Steno, il Principe de Curtis, Alberto Sordi e gli aneddoti curiosi dei dietrolequinte e lontano dai set. E poi tutti i grandi attori e la commedia, quella che fa bene al cinema italiano e che dovrebbe recuperare il contatto con il cinema popolare. E ancora, la necessità di avere coraggio a non pensarsi ‘provinciali’ e l’importanza del regista ma soprattutto di tutte quelle persone, tante, che fanno un film.

Nella masterclass di giovedì al Bif&st 2017, Carlo e Enrico Vanzina hanno accompagnato il pubblico del Teatro Petruzzelli in un viaggio vertiginoso nella storia del cinema italiano che dagli esordi da sceneggiatore di Steno (al secolo Stefano Vanzina) negli anni ’30 arriva fino ai giorni nostri quando i figli Carlo ed Enrico vantano ormai l’uno più di 60 regie e l’altro oltre 100 sceneggiature all’attivo.

«La commedia all’italiana nasce da una forte coesione tra autori, registi, produttori e attori che oggi non c’è più» – ha dichiarato Carlo.

Ripercorrendo la carriera del padre, il nome di Totò è ricorso spesso nel corso dell’incontro: a lui è legata la prima fase della carriera di Steno, in coppia con Mario Monicelli con il quale vi fu un sodalizio durato per 8 film.

Un altro grande attore più volte citato nel corso dell’incontro è Alberto Sordi di cui Carlo agli esordi fu aiuto regista.

E poi la loro carriera, da “Sapore di mare” a “Vacanze di Natale” e all’invenzione dei cinepanettoni con Christian De Sica e Massimo Boldi e l’importanza della divisione dei compiti: Enrico che scrive e Carlo che dirige.

Un incontro importante che ha raggiunto nella serata il suo acme con la consegna ai Fratelli Vanzina, sullo stesso palco del Teatro Petruzzelli, del  Federico Fellini Platinum Award.