Ha marciato verso piazza della Libertà, a Bari, il corteo di Libera per la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime di mafia. In circa cinquemila, tra studenti, familiari di vittime, rappresentanti delle istituzione e delle associazioni provenienti da tutta la regione hanno sfilato dallo stadio della Vittoria, scelto come luogo del raduno perché proprio lì, 25 anni fa, furono accolti migliaia di cittadini albanesi sbarcati dalla nave Vlora.

Con la nuova formula inaugurata già dallo scorso anno, Libera ha abbandonato i grandi numeri e le folle oceaniche per insinuare capillarmente il seme del ricordo, celebrando la giornata del 21 marzo in migliaia di piazze in tutta Italia. Per il 2017 la principale è stata a Locri ma tutti i territori sono stati chiamati ad animare le proprie città e regioni con lo stesso spirito delle passate edizioni.

La Puglia è da sempre crocevia di speranza sia per chi fugge verso l’Italia, come i migranti politici ed economici, sia per chi fugge dall’Italia, come i nostri ragazzi in cerca di lavoro. Per alcuni di quelli che restano, la criminalità appare ancora come una soluzione alla disoccupazione. Anche per questo a Bari le mani dei giovanissimi si sono armate. E si è tornati a uccidere per il controllo del territorio, un controllo reticolare che per essere tranciato richiede che venga saldamente ricucita la rete di persone, associazioni, parrocchie, scuole, istituzioni locali che con il tempo si è sfilacciata.

In testa al corteo a bari i familiari di alcune delle vittime di mafia pugliesi con indosso una maglietta su cui è stampato il volto del loro caro ucciso dalla criminalità.
Poi intere scolaresche con mani di cartoncino con le scritte “libertà”, “coraggio”, “rispetto”, seguite dai gonfaloni dei Comuni che hanno aderito alla manifestazione e i sindaci di quelle città.