Nel 2016 il Tribunale ecclesiastico regionale pugliese ha discusso e deciso 243 cause di nullità del matrimonio (rispetto alle 230 dell’anno precedente) delle complessive 252 pervenute (rispetto alle 200 del 2015), con una pendenza al dicembre 2016 che si attesta sui 402 procedimenti. Delle richieste di dichiarazione di nullità pervenute dalle 19 diocesi pugliesi (il numero più consistente di 54 da quella di Bari-Bitonto) ben 218 si sono concluse con esito affermativo e 25 negativo. Sono alcuni dei dati contenuti nella relazione del vicario giudiziale, Sac. Pasquale Larocca, che sarà presentata domani, sabato 18 febbraio, durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico regionale.

Tra le cause di nullità si confermano ai primi posti l’esclusione della prole, la simulazione del consenso e l’incapacità ad assumere gli obblighi coniugali. Nella relazione si sottolinea come l’applicazione della riforma del processo canonico per le cause di dichiarazione di nullità del matrimonio voluta da Papa Francesco ha consentito una “giustizia più celere ed efficace”, con “tempi processuali notevolmente ridotti ed un processo con rito ordinario evaso in meno di un anno”. La relazione evidenzia, inoltre, che “si è fatto fronte alle esigenze di indigenza reali rappresentate da fedeli impossibilitati a sostenere le spese sia attraverso la concessione del gratuito patrocinio (18 casi) si attraverso l’esonero totale (11) o parziale (1) delle spese processuali”. Nel 2016 il Tribunale ecclesiastico ha infatti sostenuto oneri per complessivi 982.772 euro, di cui 138.667 euro a carico delle parti e 844.105 euro con contributo CEI. Ogni causa ha avuto un costo di 3.854 euro.