500 Carabinieri, con l’ausilio di unità cinofile e del 6° Elinucleo di Bari, sono impegnati nelle numerosissime perquisizioni che hanno fatto seguito ad un grande blitz, che ha interessato gran parte del territorio nazionale, con particolare attenzione alle province di Bari, della BAT e di Foggia.
Per tutta la notte, in Bari, Milano e nelle province di Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Foggia e Lecce, il personale del Comando Provinciale del capoluogo pugliese, in collaborazione con quello dei vari reparti competenti per territorio, ha eseguito 22 ordinanze di custodia cautelare[1], emesse dal GIP del Tribunale barese, Dott. Giovanni Abbattista, su richiesta della competente Procura Repubblica – DDA, Sost. Proc. Dottori Giuseppe Maralfa, Carmelo Rizzo, Giuseppe Gatti e Lidia Giorgio, sotto la guida del coordinatore DDA Proc. Agg. dott. Pasquale Drago, nei confronti di altrettanti pregiudicati (5 dei quali di nazionalità albanese), ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione armata finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Altre 5 persone, non attinte da misura cautelare, ma comunque indagate a piede libero, sono state raggiunte da decreto di perquisizione e sequestro.
I provvedimenti scaturiscono da un’articolata e complessa indagine svolta dal NOR – Aliquota operativa della dipendente Compagnia di Barletta (BT), conclusa nel 2015 e sviluppata attraverso numerose e articolate attività tecniche e dinamiche, eseguite in tutto il territorio nazionale. In particolare, l’attività investigativa ha svelato l’esistenza di 2 distinti sodalizi radicati in Trani (BT) e Cerignola (FG), i quali sono risultati, in stretta collaborazione fra loro, dediti all’importazione di ingenti quantitativi, di marijuana, dal Paese delle Aquile (imputati alcuni albanesi), di cocaina, dalla Capitale, dal capoluogo lombardo e da Palermo. In quest’ultimo caso tramite alcune paritetiche organizzazioni strutturate di matrice albanese e pugliese, ivi stanziate, nonché siciliana. In particolare, l’attività investigativa ha documentato come le bande alimentassero costantemente le più remunerative piazze di smercio della droga della Puglia, rifornendo i gruppi locali, che procedevano a curarne la successiva distribuzione al minuto. L’acquisto delle diverse partite di stupefacente veniva, in realtà, imposto dagli indagati, i quali ricorrevano, sistematicamente e a tale scopo, a minacciare gli acquirenti per detenere il monopolio del settore, in virtù della loro sia concreta e riconosciuta capacità di intimidazione, sia per la diffusa disponibilità di armi.
L’inchiesta ha altresì individuato gli elementi di vertice[2] di ciascuna frangia – tra i quali figura FUCCI Gerardo, a capo dell’omonimo agguerrito clan della criminalità organizzata cerignolana. Imputato per spaccio anche LAME Roland, narcotrafficante internazionale albanese – vittima di un tentato omicidio avvenuto in Barletta lo scorso 13 giugno. E’ stato delineato esattamente anche il ruolo rivestito da ciascun affiliato, in seno al proprio gruppo criminale (corrieri e depositari della droga e delle armi, nonché gestori delle cassa). In tale ambito, è stato possibile individuare un complice dell’organizzazione in grado di trasformare chimicamente, dalla forma liquida a quella solida, la cocaina trafficata.
Tra l’altro e nel settembre 2014, è stato altresì liberato un pusher del gruppo tranese, sequestrato e trattenuto nella masseria del capo cosca, per essersi impossessato del corrispettivo in denaro, a lui affidato, per l’acquisto di un importante carico di cocaina. Il sodale sarebbe stato dato in pasto ai maiali dai correi, che da lui pretendevano la restituzione della predetta somma, se non fossero intervenuti i Carabinieri. L’indagine, nel suo sviluppo, ha già consentito l’arresto di altri 15 malviventi, sorpresi con sostanze stupefacenti ed armi, nonché il sequestro di quasi 30 chilogrammi di cocaina e di oltre 1 tonnellata di marijuana.
L’attività investigativa, inoltre, culminò il 16 ottobre 2014 con l’irruzione in un attico della centralissima via Di Vagno, nel quartiere Madonnella di Bari, dove fu rinvenuto uno tra i più grandi arsenali di armi mai sequestrati in Italia, in cui, oltre a 10 kg di cocaina, sono state rinvenute 70 armi nuove e perfettamente funzionanti, annoveranti tra esse fucili kalashnikov, mitragliatrici, fucili, pistole, silenziatori e oltre 3500 munizioni.